5 Maggio 2024

I MATER sono un gruppo bolognese composto da Riccardo Fedrigo, Alessandro Donegà, Riccardo Roncagli e Daniele Benasciutti. La band prende il nome dalla traduzione latina di “Mother”, il brano di John Lennon che apre l’album “Plastic Ono band”, primo lavoro solista dell’ex Beatles. Hanno all’attivo un EP autoprodotto intitolato “Not this time” pubblicato nel marzo del 2022.
“Lollipop” è il nuovo singolo della band, che anticipa l’uscita dell’EP “Vear”, disponibile dal 27 ottobre 2023 su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radio, pubblicato e distribuito da (R)esisto. Produzione artistica Michele Guberti (Massaga Produzioni), realizzato presso il Natural Headquarter Studio di Ferrara.

SGW: Ciao, presentati ai nostri lettori!
Mater:
Ciao a tutti, qui Fedrigo, cantante dei Mater. Siamo una band di Bologna, ci siamo formati 4 anni fa, ma, causa Covid, siamo attivi dal 2022. I due anni di pandemia li abbiamo passati a creare il nostro repertorio e appena abbiamo potuto salire su un palco ci siamo trovati con un sacco di storie da raccontare. I Mater sono Daniele Benasciutti, batteria, l’uomo che per primo ha voluto questa band. Alessandro Donegà, alchimista della chitarra, Riccardo Roncagli, bassista che nella vita fa il pianista. Poi io, voce, testi…e la fortuna di aver incontrato gli altri.

SGW: Qual è stato il tuo percorso di crescita musicale fino a oggi?
Mater:
Mio padre e mia madre erano appassionatissimi di opera lirica. I miei primi ricordi di infanzia sono dentro al Teatro Regio di Parma (dove ho vissuto i miei primi due anni di vita). Ma mio padre, bolognese classe 1940, come tutti i suoi concittadini di quel tempo era innamorato del jazz. Suonava il pianoforte, il banjo e la chitarra. Suonava di continuo. Quando andavamo a cena con le famiglie dei suoi amici alla fine si tiravano sempre fuori le chitarre e si suonava fino a notte fonda. Giurai a me stesso che l’avrei fatto anche io. E ho mantenuto la promessa. Il mio primo concerto sono stati gli Europe a Bologna nel 1989. Ho iniziato a suonare nel 1990, la chitarra. Il mio primo gruppo nel 1994, il primo concerto nel 1996. Tre band, tre album, tre EP e qualche centinaia di concerti dopo sono ancora qui. Anche perché non vorrei proprio essere da nessun’altra parte.

SGW: “Vear” è il vostro Ep, parlateci un po’ di questo nuovo lavoro!
Mater:
Dopo il primo Ep, “Not this time”, uscito nel 2022, (R)esisto distribuzione ha voluto conoscerci. Nell’estate del 2022 abbiamo deciso di lavorare insieme e a gennaio del 2023 siamo entrati in studio, in provincia di Ferrara, con quel grandissimo genio di Michele Guberti alla produzione. Aveva sentito tanto del nostro materiale e aveva individuato i quattro pezzi che rappresentavano al meglio le nostre sfaccettature. Insieme li abbiamo smontati e rimontati fino a trovare il modo di far loro dire davvero tutto quello che avevano dentro. È un lavoro che ci soddisfa immensamente, ma è solo una specie di biglietto da visita. Un campione. Venite a vedere di cosa siamo capaci!

SGW: Quali sono le tematiche dei testi?
Mater:
Ci abbiamo fatto caso dopo. Non sono partito dicendo: “voglio parlare di questo”. Non sono capace di scrivere così. Per me è davvero questione di chiudere gli occhi, piantarmi le mani nelle viscere e vedere cosa tiro fuori. A cose fatte abbiamo notato che nelle nostre parole c’era il continuo tentativo di comunicare ed esorcizzare vari tipi di paura. Dell’abbandono, della solitudine interiore. Del dolore. Voglia di affrontarli e passare oltre. “Vear” non è un concept, ma parla di questo, per lo più.

SGW: Siete soddisfatti? Oppure avreste voluto cambiare qualcosa?
Mater:
Non avremmo potuto immaginare un disco più riuscito. “Vear” è la più bella fotografia di tutte le nostre facce che potessimo farci fare in questo momento. Siamo soddisfatti? Nemmeno per idea!!! Nel senso che per quello che sentiamo questo è l’antipasto migliore del mondo, ma noi siamo arrivati a tavola che avevamo già una fame spaventosa, adesso si è quadruplicata e non vediamo l’ora di andare avanti!

SGW: L’ultima parola a voi!
Mater:
Per ora l’ultima parola è “Grazie”. A Michele Guberti per il lavoro incredibile che ha fatto in studio assieme a noi. E a Massimiliano Lambertini, il boss di (R)esisto distribuzione che ha scelto di puntare sui Mater e di andare a vedere assieme a noi cosa potrebbe succedere da qui in avanti. Anzi, diciamo che “grazie” è la penultima parola. L’ultima è “Andiamo”.

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