5 Maggio 2024

“Siamo rocce senza una vetta, siamo stelle perse nel buio
Siamo costantemente di fretta anche se non ci aspetta nessuno”

Fuori il 9 Giugno “Forlanini”, il nuovo EP di GIEI, al secolo Marco Panichella. Il nome d’arte cosa significa? Piccola
curiosità da chiedere direttamente all’artista. Diciamo che la risposta la si può trovare grazie ai Blues Brothers e
alla voglia di riscatto e di una propria identità all’interno della sua famiglia d’origine.
L’EP è la selezione più funky di molti dei brani scritti da GIEI durante la prima pandemia. ’Forlanini’ è un lavoro
solare ma al contempo graffiante, colorato da una punta di sarcasmo e malinconia, senza però trascinarsi dietro la
pesantezza del prendersi troppo sul serio. La voglia di ballare, pogare tra la gente, fare rumore e vivere con
impeto le esperienze sono gli elementi che meglio inquadrano l’EP. Il sound è chiaro, pesca dal Blues Rock, dal
Funky Blues direzionato però verso un panorama inevitabilmente Pop.
Inizialmente per il sound non c’era una reference chiara e definita, si è così andati a ritagliare idee dagli ascolti che
più hanno formato l’artista. “Qualche chitarra dei Red Hot Chili Peppers, delay slap alla Cory Wong, una pasta anni
‘70 alla Daddy’s Home di St. Vincent, le voci in stile Black Keys, batterie alla Vulfpeck. L’universo è quello.”

L’EP ‘Forlanini’ è stato prodotto, mixato e masterizzato a Milano da Marco Olivi (Giorginess, Selton, Ghemon,
Aquarama) insieme al batterista Mattia Calcatelli e al bassista Davide Ritelli.

Marco (GIEI): “Volevamo avere un pasta funky un po’ vintage ma pienamente energica. Quindi abbiamo registrato
batteria e basso insieme in presa diretta, sopra incidendo le chitarre e le voci. L’idea era quella di non snaturare
troppo il sound che vogliamo portare live, senza arricchire con strumenti che non avremo sul palco. Un secco e
potente funky rock in power trio, senza fronzoli e dritto al punto.
Non c’è un brano che ho scritto più di getto di altri, sono stati scritti tendenzialmente in contemporanea. ‘
‘Fiato Corto‘ però posso dire che è stato quello dove ho modificato meno il testo, mentre per ‘Peekaboo’ avevo
scritto tre versioni diverse per poi farne un ensemble che poi ho registrato – è stato un brano difficile perché non
sono partito dal testo ma dalla melodia e l’italiano non è una lingua così immediata per questo genere. Ho
adottato quindi la linea surrealista – alla fine parla di problemi di sonno in maniera anche sarcastica – posso dire
sia la versione Elio e le storie tese di Billie Eilish.”

https://open.spotify.com/album/5sDMYuZu7u85WuKJeahi4h?si=58R7EbvZTkCVMKFv6idD6A


BRANI EP
1) FIATO CORTO – Un brano per chi fa jogging o va in palestra e ha voglia di un funky rock ritmato. Chiaramente
con una goccia di sarcasmo, a partire dal titolo. Volevo scrivere un pezzo che descrivesse il sentimento di
impotenza di fronte allo scorrere del tempo “siamo alberi che aspettano il vento” ma che fosse anche un inno ad
andare avanti, lasciare scivolare la malinconia per ballare un’ultima volta. Tutti abbiamo il fiato corto quando
corriamo sul Tapis Roulant, basta accettarlo, non fermarsi ma continuare a correre. E allora “cosa vuoi che sia,
prima viene e poi va via, è bello anche così, ci ballo sopra così poi va via”.
2) PEEKABOO – Brano colmo di un funky tagliente, esplosivo, che disorienta quasi l’ascoltatore. Il testo tratta dei
problemi di sonno dell’autore che creano quella sensazione di confusione tra realtà e fantasia – sempre
raccontato con la stessa ironia che caratterizza tutti i brani. GIEI definisce Peekaboo “Elio e le Storie Tese in
versione Billie Eilish.”
3) HALLELUJAH FORLANINI – Singolo che ha anticipato l’uscita dell’EP. ‘Hallelujah Forlanini’ è stato registrato a
Milano nel quartiere di Forlanini nel 2020, pre-pandemia. Inevitabilmente parla del passare del tempo e delle
stagioni viste da un unico punto di vista, quello di casa dell’autore. In ogni strofa c’è il racconto di una stagione
diversa passata nella mansarda di Forlanini, dove il sentimento dell’attesa che qualcosa di nuovo accadesse è alla
base del testo. Una preghiera pop psichedelica contemporanea.
4) OCCHI A MANDORLA – Unica ballad dell’ep, è il brano d’amore per eccellenza; un soul lieve per ritrovarsi dopo i
gusti piccanti dei brani precedenti. Una canzone che doveva essere una bonus track ed è stata inserita all’ultimo
momento nell’EP. Infatti vede novità produttive. E’ stata registrata nello studio di Lillo Dadone e Edoardo Campia
a Torino e vede l’aggiunta del piano di Tommy Sorba. Parla di un amore distante ma reale che può essere
contemporaneamente sia veleno che antidoto al nostro quotidiano.

_ BIOGRAFIA _


GIEI, al secolo Marco Panichella, è un ligure e come tutti i liguri si lamenta. Il suo lamento si traduce per la prima
volta in musica all’età di 15 anni quando debutta con la blues band del padre. Da adolescente fonda un gruppo
funky con il quale rompe un buon numero di corde live, poi compie 18 anni sul palco suonando il basso con il
gruppo punk rock del fratello, i Temple Rents (IndieBox Music). Fonda e soglie successivamente la band indie rock
(The Austin)per partire in tour al basso con la band electro-pop iVenus, dove alla voce e tastiere c’era ELSO (INRI).
Tutto questo ha creato un sound fatto di tanto sudore, ginocchia sbucciate, malinconia e voce spezzata. Così nel
2012 registra un EP di tre pezzi (Before He Was Fool) per sancire finalmente la nascita del suo progetto solista.
Habemus GIEI! Dal 2012 a oggi molte cose sono successe nella sua vita. Si trasferisce in Inghilterra per studiare
cinema, diventa aiuto regista di una sit-com super low budget londinese dal titolo T-Boy Show, conosce Omid Jazi
per il quale suona il basso e chitarra in qualche concerto, torna in Italia e decide di continuare la sua carriera da
musicista in parallelo a quella di autore per SKY. Firma i documentari Raffaello – il giovane prodigio, il film Press –
Storie di False Verità (RaiCinema) e diventa aiuto regia di Walter Veltroni per il documentario Fabrizio De André &
PFM il concerto ritrovato (Sony). Nel 2019 esce il suo album d’esordio PANIC dal quale estrae quattro singoli:
Sereno Imbecille, Fuori Tempo, Meglio Sapere e Non ci saranno miracoli.
GIEI e la sua chitarra hanno suonato tra Italia, Francia e Inghilterra aprendo a musicisti come Teatro Degli Orrori,
Ministri, Adriano Viterbini, The Zen Circus e Maria Antonietta. Un cantautore, un bluesman, un punkettone, un
romanticone, un disfattista, un Beck al pesto. GIEI è tutto questo. Rigorosamente con pinoli.
Ad aprile 2022 pubblica ‘Hallelujah Forlanini’, singolo che anticipa l’uscita dell’EP ‘Forlanini’ del 9 Giugno.

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