
Questa è una recensione che potrebbe finire in poche righe ma che in realtà merita qualche approfondimento. Il fatto che gli italiani Twilight Zone siano una metal band priva di originalità non significa assolutamente che non abbiano nulla da dire, anzi, significa anche avere bene le idee chiare su cosa fare e magari migliorarsi all’interno di un genere specifico.
La dimostrazione di quanto stiamo dicendo si può tranquillamente toccare con mano (anzi, orecchie), ascoltando bene come la band abbia in tracklist episodi che strizzano l’occhio al power, ma anche e soprattutto all’heavy metal e all’hard rock. La partenza in quinta affidata a “The Laws Of Denial” potrebbe trarre in inganno: la band successivamente, e a partire già dalla successiva “Freedom on My Skin” inizia un percorso a ritroso nel tempo e non spingendo quasi più molto su velocità tipiche del power o del metal ortodosso (ma ci saranno altri episodi belli tosti, non temete, come ad esempio “Run But Can’t Hide), ma andando a ripescare le radici del metal e del rock delle decadi Settanta/Ottanta, non lesinando momenti di relativa tranquillità in più di una traccia.
E’ quindi un album variegato e per nulla scontato questo “Visions Of Freedom”, perchè pur accodandosi al filone del metal classico, non si fa problemi a variare di canzone in canzone, e lo fa con delle buone intuizioni. E’ quindi un disco che merita almeno un ascolto per chi è rimasto ancorato al sound di trenta o quaranta anni fa, e per chi in definitiva ama ancora il buon vecchio hard rock.