Sebbene attualmente risieda a Los Angeles, le radici di Skittish sono sempre state del Minnesota. Midwest Handshake è stato scritto da Jeff Noller durante una visita di due mesi a casa, scambiando temporaneamente la terra di Tesla e le tende per 10.000 laghi. Le canzoni sono incorniciate in vari stili musicali della metà del XX secolo che sarebbero stati di casa al Grand Ol’ Opry nel 1960. Soprattutto se fossero suonate da emo punk degli anni ’80 con strumenti orchestrali a portata di mano. Argomenti moderni come la politica radicata, l’ossessione dei media, gli appuntamenti e l’adattamento, hanno una patina retrò, il che implica che abbiamo ancora le stesse preoccupazioni e desideri di una volta, solo un vocabolario diverso. Noller è supportato dalla voce solista aggiuntiva di Gracie Huffman (Lighthearted) e dall’orchestrazione di archi e ottoni fornita da Chris Lahn.
Il batterista Brian Griffin (Lana Del Rey, Dolly Parton) presta il suo talento a 3 canzoni, mentre Jeremy Krueth e Mark O’Day completano il resto delle percussioni. Il contrabbasso e il violoncello sono presenti in primo piano nell’album e sono suonati magistralmente rispettivamente da Stephen Murray e Jacqueline Ultan. Ulteriore aiuto nel mixaggio e nella produzione è stato fornito da Ben Etter (Deerhunter, Kaiser Chiefs), il cui paese delle meraviglie analogico ha fornito la giusta quantità di grinta muscolosa al mix. Questo è il settimo album completo pubblicato da Skittish. Esistere da qualche parte nell’attrito causato dalla nostra versione idealizzata della casa che si scontra con la realtà.
La lussureggiante strumentazione evoca una sfocata sitcom in bianco e nero, mentre le frecciate vocali ricordano all’ascoltatore il compito da svolgere. Dicono che non puoi tornare a casa di nuovo, ma Midwest Handshake ti invita a farci visita in qualsiasi momento.
“Second Act”, è un brano dove si possono apprezzare dinamiche coinvolgenti che esaltano il sound generale, generando di fatto vibrazioni intense che trasportano l’ascoltatore verso dimensioni piacevoli. Una proposta, che si rivela morbida ma allo stesso tempo energica. Con riff ridondanti che lasciano spazio ad intenti più corposi.
Gli Skittish , si muovono con naturalezza nel loro ambiente musicale, senza annoiare l’ascolto, generando metriche fluide davvero azzeccate, riuscendo a dosare una mole di dinamica che regala concretezza ed un sound maturo quanto basta per farsi notare ed apprezzare.
Per gli amanti del genere , è sicuramente una buona proposta semplice, diretta che si lascia ascoltare sin dalle prime battute ed incuriosendo sempre di più, porta al finale con facilità e gradevolezza.
7.0/10
Tracklist:
- “Second Act”