
Esce (h)eart(h), album d’esordio della band emiliana Pale Blue Dot. Anticipato nelle scorse settimane dal singolo For the Beauty of Miranda, viene pubblicato come autoproduzione in CD e digitale.
(h)eart(h) è un lavoro stratificato e visionario, che unisce atmosfere psichedeliche, suggestioni shoegaze, echi new wave e una profonda riflessione sull’appartenenza, il ricordo e la connessione con ciò che ci circonda. I sette brani si muovono in un territorio sonoro che abbraccia tanto il sogno quanto il dubbio, creando un’esperienza d’ascolto sospesa, densa, vibrante.
Il titolo – (h)eart(h) – racchiude tre parole chiave: heart – il cuore, luogo delle emozioni più intime; Earth – la Terra, il nostro pianeta fragile e condiviso; hearth – il focolare, simbolo di rifugio e calore. Un intreccio che rispecchia la doppia prospettiva dell’album: personale e cosmica, umana e universale. Il nome stesso della band, Pale Blue Dot, richiama questa visione, ispirata all’iconica fotografia della Terra scattata dalla Voyager 1 nel 1990 e all’omonima definizione dell’astronomo Carl Sagan.
La copertina del disco è una reinterpretazione grafica della radiazione cosmica di fondo: una mappa visiva dell’origine dell’universo che diventa anche un’eco sonora, accompagnando l’ascoltatore in un viaggio dentro e fuori di sé.
Interamente autoprodotto, l’album è stato realizzato con la collaborazione di Gianluca Lo Presti (Nevica) al LotoStudio di Ravenna, che ne ha curato registrazione, mix e master.
Nati come trio tra Bologna e Ferrara nel 2015, i Pale Blue Dot trovano la loro attuale identità nel 2018, con membri provenienti dalle band Zeder e Staré Město. La formazione è composta da Tommaso Lampronti (voce e chitarre), Enrico Bongiovanni (chitarre), Cosimo Tanzarella (basso) e Francesco D’Astore (batteria). Il loro nome, ovvero “pallido puntino azzurro”, è un omaggio alla celebre definizione dell’astronomo Carl Sagan per l’immagine della Terra scattata dalla sonda Voyager 1 nel 1990 da sei miliardi di chilometri di distanza. Questo riferimento astronomico si riflette profondamente nell’immaginario della band, che intreccia suggestioni psichedeliche e atmosfere sospese.
Nel dicembre 2022 esce il loro primo singolo Destruction or Resurrection, accompagnato da un video animato interamente autoprodotto, realizzato fotogramma per fotogramma con l’ausilio di software sperimentali di intelligenza artificiale. Il brano si chiude con una citazione dello stesso Carl Sagan, rafforzando il legame ideale tra la musica e la visione poetica dell’universo. Il secondo singolo, Green Fairy Tale, pubblicato nel novembre 2023, è affiancato da un videoclip diretto da Alessandro Fusto e ambientato tra un borgo montano abbandonato e scenari urbani contemporanei.
Il 6 giugno 2025 esce l’album d’esordio (h)eart(h), che esplora un paesaggio sonoro che oscilla tra psichedelia, shoegaze e vibrazioni cosmiche, confermando l’identità visionaria della band.