I Menervah sono dei giovani ragazzi calabresi che cercano di proporre un metal alternativo (ma che nulla ha a che fare col nu metal), che però ha molto di quel mood decadente del grunge o comunque di tutta quella frangia “indie/alternative” che andava per la maggiore una trentina d’anni fa. Hanno una voce graffiante, hanno ottimi riff di chitarra e una batteria discretamente varia, oltre che pezzi vari e ben costruiti, mai banali insomma, sebbene non rivoluzionino i canoni del rock…
Questi ragazzi cercano di trasmettere un certo senso di disagio pur non risultando mai troppo drammatici, in quanto si scorge sempre una via d’uscita positiva nella loro musica, sebbene non venga a galla proprio subito. Un ep di cinque brani per esordire è l’ideale: non ci si espone troppo e nemmeno troppo poco, e si cerca di dare una idea di massima di cosa si voglia proporre. In questo senso non è ancora chiaro se i Menervah vogliano più insistere sul lato “rock” o su quello “metal”, ma io scommetterei che in futuro la band si sposterà più su un rock alternativo con le già presenti venature progressive anni Settanta che già sono udibili di tanto in tanto.
Magari mi sbaglierò, ma il sapore “commerciale” di questo esordio è palese, ma comunque non mancando mai di quell’atmosfera un po’ dannata e triste che solo le grandi band riescono a mettere in evidenza sin dai loro esordi. Aspettiamo e vediamo, ma “Hard Times” è un buon esordio e merita la vostra attenzione.