Giacomo Casile, unico musicista della sua creatura Jack Brain, non può essere certo accusato di scarsa produttività. Nel giro di pochi anni ha pubblicato sette album , includendo anche questo “Shadow Archetype”, e la sua vena creativa esce alla grande anche in questo album. Musicista mai statico, sempre in movimento e alla ricerca di un sound personale, il buon Giacomo ci propone un album molto sfaccettato, dettato dall’elettronica e da ritmi tipici del trip hop.
Artisti come Prodigy, Massive Attack e Nine Inch Nails sono presi come esempio e rielaborati secondo la logica di Jack Brain, che poggia molto sull’alternative rock, e infatti le sue influenze derivanti dal grunge e dal rock alternativo degli anni Novanta si sentono anche in questo suo nuovo parto, ma appare sempre più forte la volontà di questo artista di discostarsi forse da quella matrice. Nel singolo “Nike” questo è ben evidente, come in altre tracce che poco hanno del grunge o simili, ma che cercano di proiettarsi nei nostri tempi proprio con un approccio un po’ stralunato e molto particolare. Certamente questo “Sahadow Archetype” non è un album facile, e pezzi come “Timeless Dare, “The art of noise” o “Habit” appaiono fuori da ogni schema, ma anche probabilmente difficilmente inquadrabili anche a livello temporale.
Al di là quindi del fatto che alcuni pezzi appaiono più come delle prove per qualcosa che Giacomo sta cercando ancora di elaborare al meglio, questo album appare in generale più che buono e molto personale, intimo, introspettivo. Promosso, soprattutto per una evidente ricerca sonora che ha del coraggioso.