
Proveniente dalla Sicilia, Helen Burns è un progetto post-punk con influenze alternative e stoner, caratterizzato da un suono caldo, scuro ma tagliente, a volte bagnato e malinconico, a
volte secco, incandescente, come le fiamme, e come la Sicilia stessa.
La band compone e lavora all’interno di una casa in campagna, in un paesino della provincia di Catania, dove si vive, si suona e si scrive rigorosamente insieme. Ancora prima di essere una
band, Helen Burns è una famiglia. Il legame e il rapporto che li unisce sono ciò che spinge gli Helen a fare musica e a condividere quei valori e quei sentimenti per cui scrivere diventa
necessario, e che li ha portati a comporre il loro primo album: The Rain Caller, un album che tramite la violenza e la malinconia della pioggia, racconta di emozioni personali e altrui.
Dopo un primo tour in Italia, varie date nel territorio siciliano tra cui il concerto insieme a Nile Marr, e l’uscita dei primi singoli, l’album “The Rain Caller” verrà pubblicato venerdì 15 Novembre 2024.
Salve ragazzi, presentatevi ai nostri lettori !
Ciao a tutti e grazie dell’invito. Siamo gli Helen Burns, da Catania. Qui Domenico, Edoardo, Sebastiano e Salvo detto Turi.
Qual’è stato il vostro percorso di crescita musicale fino ad oggi ?
Siamo partiti dalle cover quando andavamo al liceo, un po’ come tutti. Dopo la maturità, e dopo il Covid, abbiamo iniziato a scrivere un po’ di brani. Poco a poco, nella nostra casa in campagna, abbiamo capito meglio che tipo di sound avremmo voluto, ed è venuto fuori il disco. Soprattutto tramite tante prove e tanti live, sia in Sicilia che nel resto d’Italia, abbiamo testato tutti i brani e poco a poco completato la scrittura e la produzione. Nel corso del tempo abbiamo buttato un sacco di bozze incomplete, ma faceva un po’ parte del gioco. È stato un percorso molto lungo rispetto alla scrittura in corso della nuova musica.
“The Rain Caller” è il vostro nuovo album , parlateci un pò di questo nuovo lavoro !
Questo album nasce dall’esigenza di concludere la nostra prima fase, come band. All’interno di “The Rain Caller” ci sono storie di emozioni nostre e altrui, e il meteo della nostra isola ci ha ispirato molto nel dare forma a queste emozioni e farle diventare canzoni. Pensiamo sia un mood, devi crederci per sentirlo. Siamo fieri che esca perché questa prima fase doveva essere chiusa in qualche modo e non vedevamo l’ora di rendere pubblico il nostro primo capitolo. Avevamo già finito i mix da quasi un anno, e abbiamo già nuova musica in produzione, ma sentivamo di dover trovare il momento giusto per pubblicare finalmente l’album. Ora è giusto che respiri un po’ è che faccia il suo corso.
Quali sono le tematiche dei testi?
Non tutti i testi trattano lo stesso argomento. Anche se tutte le canzoni cercano di rimandare in un modo o nell’altro ad essere liberi, ad una ricerca di libertà. Non tanto fisica ma mentale, o emotiva forse.. Che sia liberi da una persona, da un sentimento, o qualsiasi cosa. Combat Girl per esempio parla di una storia di violenza, realmente accaduta, ma che accade spesso a tanti. Demons, Hard, Raincaller invece parlano spesso di accettare determinati sentimenti, nostri o altrui. Parliamo sempre di cose che ci sono successe davvero di solito.
Siete soddisfatti? Oppure avreste voluto cambiare qualcosa ?
Siamo sicuramente contenti del lavoro svolto, l’idea di un proprio lavoro purtroppo cambia di giorno in giorno dopo la sua creazione. Siamo sempre pronti a migliorarci con nuova musica e altri immaginari artistici al quale stiamo già lavorando. Però, pensandolo come nostro primo disco, siamo fieri e convinti che per noi sia incredibile. In qualunque sua forma lo amiamo.