5 Ottobre 2024

“Gli Incubi di Freud” sono il progetto solista alternative rock del marchigiano Joshua McFarrow: all’anagrafe Josafat Farroni, “il paziente zero”, è di Ripe San Ginesio (MC), gli altri pazienti/musicisti si barcamenano tra maceratese e fermano, tra mare e monti (Matelica, Tolentino, Porto Sant’Elpidio).
Il progetto nasce dalle idee ed esperienze di vita del leader Joshua: “esistevano de facto nel limbo delle cose incompiute già nel lontano 2013, quando ero troppo pavido e imbarazzato per esibire al mondo le mie composizioni. Quindi è solo dopo i primi 10 kg presi sotto il lockdown di marzo 2020 che decido di porre rimedio all’adipe da stress accumulato. Ho deciso finalmente che Gli incubi di Freud non dovevano essere incompiuti perché non sapevo più come contenere l’enorme universo semantico che ho coltivato dentro di me. Oppure è stato semplicemente quest’ultimo che è confluito nelle necessità improrogabili; mi faccio andar bene entrambi le soluzioni.”
La band si completa così con Alessandro Camela alla batteria, Edoardo Graziani al basso, Andrea Piermarteri alla chitarra solista e Mirko Fermani alla chitarra ritmica.
Non casuale è l’utilizzo di termini psicoterapeutici (come deducibile dal nome del progetto): il concept e le tematiche del gruppo nascono dall’esperienza in prima persona del cantante, dando seguito alle sedute in studio attraverso la musica.
“Gli incubi di Freud nascono dalla precisa necessità di fare introspezione pubblica con la schiettezza propria della musica, ambito che mi permette di muovermi senza gli abituali impacci di timido introverso quale sono.”

SGW: Ciao ragazzi, come e quando prende vita la band?
GIDF:
Ero mentalmente e fisicamente sfiancato dal mio mestiere di autista soccorritore in piena pandemia.
La band prende vita da un ubriaco weekend di lockdown ad aprile 2020, quando io Joshua compievo l’ennesimo rewatch di Dexter. Offeso a morte nell’orgoglio, ne ottengo che non avrei potuto convivere ancora a lungo col rimpianto di non aver saputo offrire una possibilità a spartiti e progetti Cubase fermi da 7-8 anni.
Se il serial killer di Miami stava riuscendo a costruirsi una vita sentimentale, io efferato aracnicida, meritavo la mia chance nella musica. E’ stato uno di quei momenti If not now when (volevo giusto citare gli Incubus)

SGW: Quali sono le vostri fonti di ispirazione?
GIDF:
I canadesi Billy Talent mi hanno spinto ad imbracciare il basso da quando li ho visti nel 2010 in apertura ai Muse al Sziget Festival 2010. Mi hanno innescato la voluttà compositiva, dato che ho trovato immediate ed efficaci le loro canzoni. Che voce Benjamin Kowalewicz! Notevoli anche tutti gli altri musicisti! Il chitarrista è qualcosa di inumano come composizione ed armonie vocali!
Per i californiani Incubus vale lo stesso discorso fatto per i Billy Talent. Sick Sad Little World è un pezzo che dovrebbe passare alla storia, punto.
Dei nostrani Ministri apprezzo l’inespugnabile solidità musicale, il rock come piacerebbe anche a me saperlo tramandare, li ho visto svariate volte dal vivo e vorrei avere quell’energia da palco che rende onore alla “ruvidezza” dei pezzi da disco. Di Caparezza vorrei rubare la sottile e ricercata lirica dei testi. E’ una delle cose che più odio in musica: un testo banale. Essere grande fan di Caparezza, e poi fare musica propria, ti pone davanti alla questione di non risultare banale. Poi in ordine sparso trovo che Jimmy Eat World, Feeder, i nostrani Cara Calma, mi abbiano dati molti spunti su cui riflettere.
I Nothing But Thieves restano là lontani sullo sfondo, perché li stimo e li ammiro, ma per arrivare a quei livelli dovrei semplicemente rinascere.

SGW: Hanno un filo conduttore i brani che avete pubblicato ?
GIDF:
Direi che il vissuto, il percorso (dis)educativo di un anti-eroe, possano essere un vero filo conduttore, mi sembrerebbe irrispettoso di quelli che sono veri concept album. Mi auspico si arrivi ad esplorare anche quella direzione. Se c’è un elemento che accomuna i pezzi questo è l’approccio rock naif, le strutture poco standard dei pezzi, il lessico abbastanza forbito, la poca immediatezza dei titoli [Joshua ride divertito di se stesso]

SGW: Come nasce un vostro brano di solito?
GIDF:
A questa domanda c’è un preciso, divertente assurdo spiegone che si mescola col calcio (?!) disponibile a questo link – https://www.youtube.com/watch?t=172&v=AIzF2H-X7zY&feature=youtu.be
Per chi mastica un po’ di calcio lo spiegone ha a che fare con i vari ruoli.
Dovendo riassumere posso dire che la fase preliminare è concepire un’efficace e solida linea di basso, spostarsi alla batteria per seguire il groove, costruirci sopra la chitarra. Quindi consegno questa bozza preliminare ad Alessandro, Edoardo, Andrea K, che puntalmente propongono ammutinamento, chiamano i sindacati per l’assurdità della proposta, fase di mediazione, correzioni, correzioni, versione definitiva, testo e voce.
Può sembrare un approccio poco ortodosso, ma qual è quello giusto? So solo che mi piacerebbe prima o poi invertire quest’ordine, sovvertirlo del tutto, perché indubbiamente cambierebbe l’esisto.

SGW: Ha subito un’evoluzione il vostro sound, dalla nascita della band ad oggi ?
GIDF:
Sì, indubbiamente la più grande evoluzione di suono è stata dai 16 bit di file midi di Guitar Pro che spacciavo sottobanco ai ragazzi della band, al master finale che potete ascoltare. Non immaginate quanto mi abbia sorpreso questo cambiamento, come dalle pitture rupestri al Louvre.
Per l’immediato futuro la direzione sarà grossomodo questa attuale dell’ep, poi subentrerà per certo la curiosità di sperimentare altre sonorità, e lì saranno cazzi amari per tutti!

SGW: Avete mai pensato ad una voce femminile in aggiunta alla Line Up ?
GIDF:
A dire il vero in uno dei pezzi del prossimo ep è proprio prevista una voce femminile, la demo che è stata registrata anni or sono la prevedeva. Ma credo si tratterà semplicemente di un featuring nella ristampa di quel preciso pezzo. L’introduzione di un elemento così importante comporterebbe una totale revisione del progetto che ad ora non è in agenda.

SGW: Quali sono i vostri piani più immediati?
GIDF:
Venire a capo del secondo ep, pianificare il concept della campagna promozionale del suddetto secondo ep. Che quando si lavora in autonomia su ogni aspetto è come avere ripetuti parti gemellari, che non danno molto altro spazio di manovra…

SGW: Concludete l’intervista con un messaggio!
GIDF:
Quando i concerti torneranno ad avere la totale sicurezza sanitaria di schiene sudate l’una contro l’altra, preoccupandosi al più di asciugarsi dal sudore sconosciuto, tornate a frequentarli in massa questi benedetti concerti. Altrimenti con gli spazi vuoti non si riesce a sudare addosso a qualcun’altro.
Questo è anche un invito velato a far parte di una delle tante spedizioni che io stesso organizzo in quel di BrutalPest, per lo Sziget Festival… dal 2007 al 2018 ho vissuto dieci fiere edizioni di schiene battezzate da concerti! E’ uno di quei luoghi mitologici dove la musica è protagonista e cornice ad una vacanza che poi resta nel cuore. Un contesto che deve dare un’enorme tirata d’orecchi all’approssimazione italica nell’ambito dei festival musicali.

https://open.spotify.com/album/6g2XiQ5OgjzRaK9dPxSbao?si=xQaexP_BT2edy3Z1TpBlyw

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