Enrico Benvenuto ci regala dei bei momenti in questo suo primo album solista. Non vi è solo l’esaltazione della chitarra, e poteva essere così, visto che ascoltando l’album viene fuori l’ottima preparazione su questo strumento da parte di Enrico.
Lui cerca una via particolare nel proporre del progressive rock e ce la fa. Ogni traccia dell’album fa storia a se, passando con disinvoltura da tracce più spinte e prettamente metal ad altre dove sembra quasi di assistere a qualcosa di vagamente “new age” o comunque fuori dai canoni della potenza del rock e del metal. In questi episodi dove questo chitarrista evade e va verso territori particolari, si respira forse proprio la sua volontà di non rimanere ingabbiato in un solo genere musicale e di fare in modo di esprimere in toto la sua arte e personalità, ed entrambe sembrano ricche e cariche di sensibilità.
Ci sono anche diversi momenti un po’ malinconici ma non sono la prevalenza. Parti più solari ed altre più “lunari” sono ben dosate per offrire un prodotto davvero particolare e in grado di far sognare chi ascolta. Tutto a suon di ottima chitarra, soprattutto progressive. Ma qui c’è qualcosa in più e si chiama libertà artistica e talento. Da non sottovalutare nemmeno l’operato della sezione ritmica, mi raccomando.