Dimitry è già un musicista conosciuto ed apprezzato, conosciuto anche per il suo nome di battesimo, ovvero Demetrio Scopelliti. Questo chitarrista, bassista, tastierista e tuttofare di questo progetto ama sicuramente mettere in mostra le sue qualità tecnico-compositive, offrendoci un album interamente strumentale che è in pratica la riproposizione rimasterizzata e arricchita di alcune bonus track dello stesso album uscito circa sei mesi fa. Oggi la Fusioncore ce lo ripresenta, appunto, arricchito nella tracklist e nel sound, e l’operazione è apprezzabile, perchè alla fine quello che conta è la musica in un disco, e qui di buona musica ce n’è davvero tanta. Partiamo però da un presupposto: Demetrio Scopelliti non fa il modesto e non rinuncia a dimostrare che lui è una spanna sopra tanti altri colleghi. E questa è la pura e semplice verità.
Già solo le prime due tracce del disco, “Afterworld” e “Devil You Know” sono ricchissime, cariche di ogni elemento che un ammiratore del prog metal possa desiderare. Assoli iper tecnici, riff rocciosi, e poi un gusto melodico fuori dal comune. A volte sembra di sentire una intera sinfonia che suona. Tante sono le chitarre sovrapposte per creare un effetto avvolgente come una fitta ragnatela e difatti a volte i brani si fanno maggiormente complessi e oscuri (“Deva”, “Ghost In The Machine”), ma vi è sempre uno spiraglio di luce alla fine di questi momenti un po’ più introversi, diciamo così, e credo che queste caratteristiche rispecchino appieno il carattere del musicista che le ha composte.
Come potrebbe essere altrimenti, dato che parliamo di una one man band? Quindi “V” si è rivelato un album di qualità e spessore, mai stucchevole nonostante la vena compositiva inesauribile di Demetrio, ma sempre ben bilanciato in tutti gli aspetti. Disco consigliato, ma forse non per tutti, dato che come dicevo parliamo di un album strumentale incentrato quasi sempre sulla chitarra in tutte le sue divagazioni.