Creazione innovativa per mezzo della fusione di un ottimo metal, con molte altre influenze in un unico scenario difficilmente etichettabile, con la voce come unico elemento umano sullo sfondo di un set up strumentale interamente nudo e crudo. Stiamo parlando dei Darkpools ed il loro nuovo lavoro “Gore”.
Quello che ne esce fuori è un tagliente ed energico metal, che senza mezze misure ti entra in testa come un treno in corsa. Durante l’ascolto si possono apprezzare, suoni corposi ed intensi, ben sostenuti da una linea vocale che ne esalta le potenzialità e allo stesso tempo le qualità della band. L’andamento del disco risulta vario e originale, con aperture di suono che si dimostrano una bella variante riuscendo a generare uno spiraglio di luce in questa atmosfera quasi cupa, ma per niente brutta.
Il concetto di fondo del disco, sulla scia della scelta del nome della band e sulla falsariga del precedente demo è una critica urlata in faccia di questa società in cui finanza, denaro e interessi di pochi comandano su tutti. L’approccio seppur disilluso e profondamente critico della deriva della società contemporanea non cancella la sottile speranza che ancora le persone possano aprire gli occhi e cambiare le loro vite e il futuro del mondo. Per farlo però dobbiamo superare l’individualismo e iniziare ad agire uniti.
Un sound nel complesso che si rivela un pugno nello stomaco e allo stesso tempo una manna da cielo perchè in questo genere di scenario metal spesso e volentieri le proposte stereotipate e banali sono all’ordine del giorno ed ascoltare qualcosa di tutt’altro che banale e scontato è sempre un piacere.
Una sinergia comprovata in più di una circostanza per mezzo di brani dove primeggiano i cambi di tempo quasi improvvisi e che si rivelano un’ottima soluzione per conferire dinamica e velocità.
L’uscita di “Gore”, conferma quanto di buono la band è riuscita a fare fino ad ora senza porsi limiti e senza andare dietro alla corrente commerciale perchè i Darkpools suonano quello che vogliono e non quello che il commercio vuole.