Dalla mente compositiva di un artista ibrida unita alla buona dote tecnica prende forma un gradevole e coinvolgente album, che senza mezze misure ti entra in testa con facilità disarmante. Durante l’ascolto si possono apprezzare, suoni corposi e intensi, ben sostenuti da soluzioni più cristalline che ne esaltano le potenzialità e allo stesso tempo le qualità . L’andamento del disco risulta vario e originale, con aperture di suono che si dimostrano una bella variante riuscendo a generare uno spiraglio di luce in questa atmosfera quasi melanconica, ma per niente brutta.
Una base comune, generata da un pianoforte classico, che esalta l’atmosfera, complice l’assenza di liriche che tirano fuori il meglio di questi dodici brani e che testimoniano la molteplicità nel proporre soluzioni varie che questa brava musicista ha accomunato con l’esperienza, e che sono percepibili dentro questo lavoro. Tutti i brani sono contornati da dettagli e innesti particolari che si rivelano una manna dal cielo per non cadere in un percorso seppur breve, scontato e banale.
L’uscita di “half life”, sancisce di fatto una maturazione musicale che Catherine Fearns è riuscita a sviluppare durante il suo percorso musicale e che sicuramente ci riserverà altra belle sorprese.
Tracklist:
- Children
- Desire paths
- Cyclades
- L’arve
- Someone to kill for
- half life
- fluid dynamics
- postindustrial
- salvage
- wedding grave
- to the care
- hymnal